martedì 5 febbraio 2008

Google e il PageRank


Grazie a Google, invenzione di Larry Page e Sergey Brin, due giovani studenti universitari, è possibile raccogliere informazioni, acquisire conoscenze e risolvere dubbi semplicemente immettendo una parola o una stringa di parole nel motore di ricerca. Ma non solo. Google ci fornisce anche informazioni reputazionali, o meglio è un sistema reputazionale. Quando effettuiamo una ricerca otteniamo una lista di risultati che in primo luogo ci si presenta come un ordine, una gerarchia. A differenza dei motori di ricerca di prima generazione che ordinavano i risultati semplicemente in virtù del numero di occorrenze di una parola in una pagina, motori di ricerca come Google, definiti appunto di seconda generazione, si avvalgono di un’altra ‘formula’. L’algoritmo alla base del funzionamento di Google è chiamato PageRank, ideato da Larry Page. Il Page Rank è un valore numerico che Google attribuisce ad ognuna delle pagine web (alle pagine e non ai siti come spesso si dice) conosciute dal motore di ricerca. Attraverso un algoritmo si ottiene un indice di merito che si situa su una scala da 1 a 10 e che determina, unitamente ad altri parametri, l’ordine gerarchico di presentazione dei risultati di una ricerca.

Vediamo meglio come funziona. Solitamente i motori di ricerca utilizzano come indicatore della posizione di una pagina web il numero complessivo di link che puntano a quella pagina: se una pagina riceve molti link da altre pagine allora salirà nella gerarchia dei risultati. Anche il PageRank di Google si avvale di questa procedura: il valore di PageRank sale anche con l’aumentare del numero di link che puntano alla pagina. Ma oltre a tenere in considerazione la quantità dei link ricevuti, il PageRank considera anche il valore di Pagerank delle pagine che offrono i link. Ossia, un link ricevuto da una pagina che possiede un PageRank alto vale di più di un link ricevuto da una pagina dal valore di PageRank basso. A ‘spingere in alto’ una pagina web non sarà quindi soltanto la popolarità (il numero di link), bensì anche ‘l’autorità’. Una pagina web che riceve pochi link ma da siti importanti e prestigiosi acquisisce essa stessa autorità, sale la ‘scala’ dei risultati. Il valore di PageRank di una pagina, come precedentemente detto, può oscillare tra 0 e 10 e può essere visionato installando su Internet Explorer la toolbar di Google. Se l’indicatore si presenta bianco significa che il valore di PageRank della pagina è compreso tra zero e meno di 1. Questo risultato indica o che la pagina in questione riceve pochissimi link da altre pagine, o che Google non ne ha ancora calcolato il valore di PageRank, o ancora che Google ha penalizzato tale pagina in seguito all’individuazione di tecniche di SPAM. Se invece l’indicatore è di colore verde, significa che il valore di PageRank è superiore a uno, e tanto maggiore è la parte verde tanto più alto è il valore numerico. Va precisato che la scala di valori non è una scala di tipo ‘lineare’: un valore di PageRank 6 non vale il doppio di un valore di PageRank 3. È invece piuttosto simile a una scala di tipo esponenziale. Per i siti italiani un valore di PageRank tra 4 e 5 indica un sito di media popolarità, un sito con un valore 6 è da considerarsi già un ottimo sito, mentre valori di PageRank pari a 8 o addirittura superiori sono raggiungibili per lo più solo da grandi aziende multinazionali.

Data la popolarità e l’estensivo utilizzo di Google, diventa importante, se si vuole aumentare la visibilità del proprio sito, aumentarne il PageRank. Questo obiettivo è perseguito da figure professionali che si occupano di Search-Engine Optimization principalmente attraverso il tentativo di ricevere link da altri siti e soprattutto da siti di alto PageRank. Per aumentare la possibilità di ricevere link da altri siti è opportuno investire sui contenuti: se un sito possiede contenuti interessanti è più probabile che i webmaster di altri siti decidano di offrirgli spontaneamente un link. Questa modalità di acquisizione di link dovrebbe garantire una sorta di corrispondenza tra la popolarità acquisita da una pagina e la qualità che si presume tale pagina abbia. È tuttavia possibile aumentare il PageRank della propria pagina web anche attraverso accordi con i webmaster di altri siti, effettuando una sorta di scambio di link. Anche in questo caso è garantita la corrispondenza sopra menzionata. È infatti importante effettuare scambi di link con siti di qualità, poiché la tipologia dei siti a cui si offre un link fornisce a Google importanti indicazioni sulla qualità del sito che offre il link.

Il PageRank è da considerarsi quindi un dispositivo reputazionale: valuta il peso di pagine web e lo fa in funzione di un criterio che potremmo definire, da un certo punto di vista, democratico: valuta la popolarità, il numero di link. Si potrebbe tuttavia sostenere che da un altro punto di vista Google si comporti in un modo tutt’altro che democratico. L’algoritmo del PageRank attribuisce infatti un peso differente a i link provenienti da pagine di differente ‘autorità’ e peso; sembra cioè non riconoscere l’attendibilità delle pagine dei nuovi siti e favorire le pagine di siti più stabili e consolidati nel tempo. Ma, a mio parere, essendo la popolarità a determinare l’autorità di un sito, essa risulta essere un ulteriore garanzia di democrazia. Ben differente sarebbe la situazione se i link non fossero scambiati ma acquistati. Google sanziona la pratica di acquisto di link al fine di migliorare il posizionamento del proprio sito: una volta identificati tali casi abbassa il PageRank dei siti che utilizzano link a pagamento.

Tuttavia esiste un modo in Googe per comprarsi visibilità: si tratta degli AdWords. Ad esempio, un’azienda crea un annuncio e sceglie le parole chiave, cioè parole o frasi correlate al suo esercizio commerciale, e quando gli utenti effettuano ricerche su Google, utilizzando una delle parole chiave scelte dall’azienda, l’annuncio verrà visualizzato sulla destra dei risultati di ricerca. L’azienda pagherà a Google un costo per questo annuncio pari al numero di volte in cui l’annuncio è stato cliccato. Oppure ancora esiste la possibilità di pubblicare annunci su altri siti attraverso criteri di pertinenza. Ad esempio, grazie a Gooogle AdSense sul mio sito di giardinaggio potrebbero comparire inserzioni pubblicitarie adatte al target del mio sito: inserzionisti che vendono fiori, giardinieri, etc. Il mio guadagno consisterà nel numero di inserzioni cliccate dal pubblico del mio sito. Sempre attraverso il programma AdSense di Google, vengono posizionati gli annunci in Gmail con l’obiettivo di fornire agli utenti annunci utili, link e contenuti rilevanti per i loro specifici interessi.

È quindi possibile acquistare notorietà in Google, acquistarsi una reputazione. Ma il sistema reputazionale di Google agisce etichettando in modo differente i collegamenti sponsorizzati attraverso ad esempio il posizionamento sulla destra rispetto ai risultati di ricerca. In questo modo è chiaro a tutti che la posizione di quel contatto è stato oggetto di una transazione commerciale, che il posizionamento è stato acquistato. In questo modo, Google cerca di garantire un equo bilanciamento tra reputazione ‘naturale’ e investimento reputazionale.


Riferimenti e per saperne di più

http://www.googlerank.it/

http://www.motoricerca.info/

http://www.google.it/intl/it/ads

http://www.google.com/adsense

http://www.en.wikipedia.org/wiki/PageRank

1 commento:

Unknown ha detto...

Che cosa si dice di un uomo non è importante. Il punto che conta è chi lo dice. (O. Wilde)

Dovremmo ricordarci tutti che Google è mappa, e non territorio. E che non tutto quello che luccica, su Internet, è oro.

Google dixit.